Dai robot che "copiano" il comportamento di piante e pesci a protesi di arti superiori in grado di restituire sensazioni tattili al paziente. La sfida della robotica “bioispirata” o biorobotica è riprodurre nei sistemi artificiali i progressi fisici, chimici e biologici sviluppati dalla natura nel corso della sua evoluzione. La natura e gli organismi viventi diventano così fonte di ispirazione per la realizzazione di applicazioni in campo medico, chirurgico, diagnostico e riabilitativo, e di sistemi umanoidi o animaloidi dalle prestazioni molto avanzate, maggiormente sostenibili e adattabili agli ambienti naturali, in grado di collaborare con l’uomo in contesti ostili, dalle profondità marine alle macerie causate da un terremoto.
Ne parliamo alla RomeCup 2018 [1] con tre esperti internazionali, pionieri in tre diversi settori.
L'appuntamento con il convegno internazionale "Il futuro della biorobotica: imitare la natura per il progresso della scienza e della tecnologia nell’automazione" è oggi, lunedì 16 aprile, alle 10 nell'aula magna dell'Università Campus Bio-Medico di Roma.
OCEANONE: IL PRIMO ROBOT UMANOIDE IN GRADO DI OPERARE SOTT’ACQUA
Oussama Khatib, Stanford University
Ecologia sottomarina, cambiamenti climatici o antichi siti archeologici sepolti tra le acque. Le affascinanti profondità oceaniche sono inaccessibili all’uomo e i dispositivi a distanza risultano ancora inadeguati per il compito. Un avatar robotico è in grado di spingersi dove l’uomo non può arrivare, fino a 2mila metri, di profondità, conservando al tempo stesso, attraverso interfacce immersive, l’intelligenza e l’intenzionalità dell’essere umano. Ocean One è un robot umanoide bimanuale dotato di interfaccia capace di collegare il robot e l’operatore umano con il tatto e la vista. Nel 2016 in Francia è stato il primo robot avatar a incarnare la presenza di un umano sui fondali marini. Con la sua intelligenza è stato esplorato il relitto della nave ammiraglia di Luigi XIV.
CYBATHLON: LA PRIMA COMPETIZIONE INTERNAZIONALE PER ATLETI DISABILI ASSISTITI DA AUSILI BIOROBOTICI
Robert Riener, ETH, Zurigo
Il Cybathlon è la prima competizione internazionale per persone disabili, dove è concesso l’uso di tecnologie bioniche assistive. Ideato dal prof. Riener e promosso per la prima volta nel 2016 dal National Competence Center of Research di Zurigo, il Cybathlon si rivolge ad atleti bionici, ossia persone con disabilità che riescono a gareggiare grazie all’ausilio di arti robotici, esoscheletri e altri dispositivi pensati per migliorare le loro prestazioni atletiche.
Le discipline in cui si può gareggiare comprendono tutti i dispositivi proibiti alle paraolimpiadi e rappresentano un’occasione per testarne l’efficacia e sensibilizzare l’opinione pubblica e la comunità scientifica sulle esigenze di chi convive con una disabilità motoria.
LE NEUROPROTESI: INTERFACCE NEURALI PER LE NUOVE GENERAZIONI DI MANI BIOROBOTICHE
Nitish V. Thakor, National University of Singapore and Johns Hopkins University
Il prof. Thakor è tra i massimi esperti di Bionica e Biorobotica e dirige il Singapore Institute for Neurotechnology (SiNAPSE), l’istituto che riunisce scienziati di base, scienziati computazionali, sperimentali e clinici, ingegneri, innovatori e imprenditori attorno all’area di ricerca del cervello e dei suoi meccanismi cognitivi e neurobiologici: dalla costruzione di modelli matematici e computazionali allo sviluppo di tecnologie per l’interfaccia macchina–cervello e il trattamento di specifici disturbi cerebrali.
Interviene alla RomeCup con due focus su "Neuroprotesi: dal cervello alla mano di un amputato" e "Neurobionics: costruire il collegamento elettronico per l'interfaccia cervello-macchina".
Collegamenti
[1] http://www.romecup.org