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Discriminare mai

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Discriminare mai

La Giornata mondiale contro l’AIDS, che dal 1988 è celebrata in tutto il mondo il 1 dicembre di ogni anno, è stata la prima giornata mondiale della salute ed è diventata una delle principali ricorrenze per sensibilizzare la popolazione su una delle pandemie più distruttive della storia (oltre 35 milioni di vittime). Nonostante i progressi raggiunti lo scorso anno 690mila persone sono morte di malattie legate all'Aids e 12,6 milioni dei 38 milioni di persone che convivono con l'HIV non hanno avuto accesso alle cure salvavita. L'ultimo rapporto UNAIDS mostra come l'epidemia da Covid-19 rischi di "mandare fuori rotta" i progressi dell'HIV.

 

"Oggi calcoliamo che circa 18mila persone in Italia vivono con l'infezione da Hiv e non sanno di essere infetti. Vuol dire che si devono cercare nuove strategie per far emergere il sommerso, per far sì che queste persone possano essere diagnosticate rapidamente e non avvenga ciò che sta abitualmente avvenendo, cioè una diagnosi tardiva che comporta mille problematiche in termini di salute per il paziente e di sanità pubblica, perché questo vuol dire aumentato rischio di trasmissione della malattia". È il monito lanciato dall'infettivologo Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) [vedi l'agenzia di stampa Adnkronos L'infettivologo: "18mila con Hiv e non lo sanno]. Oltre 1000 studenti hanno avuto modo di conoscere il professore Massimo Andreoni in occasione dell'evento live Esperti in classe [vedi la notizia Salute, è tempo di empatia].

 

Il Network persone sieropositive (NPS), partner del progetto Fattore J per l'area terapeutica dell'infettivologia, ha lanciato una campagna di sensibilizzazione con I ragazzi della panchina, per “Proteggersi sempre, discriminare mai”.

 

 

“Non è alzando lo sguardo sul problema solo il 1° dicembre, giornata mondiale di lotta contro l’Aids – sottolineano Ada Moznich e Margherita Errico del consiglio direttivo di NPS – che si può sperare di poter capire, affrontare, risolvere un problema sanitario e sociale così articolato e radicato. È solo attraverso la quotidianità, fatta di comportamenti corretti, di buona informazione, di abbattimento dello stigma, che si può tentare di migliorare la situazione attuale che riporta ancora dei dati allarmanti: in Italia ogni due ore una persona scopre di essere positiva all’HIV”.

 

Con il progetto Fattore J gli esperti del Network persone sieropositive stanno dialogando con migliaia di giovani Il prossimo appuntameto formativo è domani, dalle 11.30 alle 13, con gli studenti di sette scuole superiori: Kant di Roma, Spallanzani di Tivoli, Archimede di Messina, La Farina di Messina, Fermi di Bologna, Adriano di Castelnuovo Don Bosco, Piaget di Roma.

 

Fattore J, promosso da Fondazione Mondo Digitale con Janssen Italia, è il primo curricolo per la scuola italiana per educare i giovani a sviluppare intelligenza emotiva, rispetto ed empatia verso le persone che vivono una situazione di grave disagio o sono affette da malattie. Un’importante operazione sociale per stimolare il cambiamento culturale e di mentalità a partire dalle nuove generazioni.

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