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Immaginarsi adulti in terza media

A Milano la sessione finale di Mind the Gap con il Personal Ecosystem Canvas
Image by Phan Minh Cuong An from Pixabay

Immaginarsi adulti in terza media

Immaginarsi adulti in terza media

A Milano la sessione finale di Mind the Gap con il Personal Ecosystem Canvas

Nel Municipio 4 di Milano si avvia a conclusione il lavoro del progetto triennale Mind the Gap, promosso da ActionAid Italia (capofila) insieme a Comune di Milano, Fondazione Mondo Digitale e Junior Achievement Italia, per contrastare la povertà educativa e rafforzare il ruolo della comunità educante.

Tra le diverse azioni previste, Fondazione Mondo Digitale ha curato, insieme a Junior Achievement,  le attività dedicate alle scuole secondarie di primo grado: percorsi formativi e motivazionali che integrano creatività, tecnologie digitali e sviluppo di competenze trasversali.

Orientarsi significa conoscersi
Lunedì scorso 24 novembre la classe 3ª D dell’istituto comprensivo Via De Andreis di Milano ha concluso il proprio percorso triennale con una sessione di autovalutazione e orientamento guidata dalla psicologa e formatrice Tullia Romanelli, con l’uso del Personal Ecosystem Canvas (PEC): si tratta di uno strumento per lo sviluppo personale e collettivo, ideato dal direttore scientifico Alfonso Molina, che aiuta studentesse e studenti a riconoscere punti di forza, fragilità, obiettivi di crescita e strategie per raggiungerli. Un’attività preziosa in una fase della vita in cui la domanda tradizionale “Cosa vuoi fare da grande?” ha sempre meno senso. Nel mondo del lavoro che cambia rapidamente, la vera questione educativa diventa infatti: “Chi vuoi essere da grande?” Quali valori, quali competenze personali, quale immaginario del futuro ciascun ragazzo vuole costruire.
"Mi sono chiesta spesso perché ci si aspetti questo tipo di consapevolezza in un’età in cui i dubbi superano nettamente le certezze", racconta Tullia.  "Soprattutto in pre-adolescenza e in adolescenza dove tutto è il contrario di tutto; in cui si sta tentando faticosamente di costruirsi un gruppo di amici, di navigare tra genitori incomprensibili e sovente percepiti come pressanti e insegnanti esigenti. Il tutto con un corpo che cambia e in cui, di colpo, non ci si riconosce più". Anche da adulti spesso non abbiamo le idee chiare: "Sembra che a ogni nuovo ciclo d’istruzione la risposta debba essere sempre più vicina, eppure da grandi noi stessi non siamo sempre sicuri di averla trovata".

Lo sguardo della formatrice
La testimonianza di Tullia Romanelli restituisce con realismo e delicatezza l’intensità dell’incontro: "Mi aspettavo perplessità e stanchezza… invece sono stata subito subissata di domande: Davvero useremo uno strumento per conoscerci? Perché una psicologa ci fa lezione? Come faccio a sapere oggi cosa vorrò fare tra 15 anni?".
Il PEC richiede uno sforzo immaginativo: pensare al futuro quando il tempo, in preadolescenza, scorre lentissimo e velocissimo insieme, e "il domani è un concetto molto difficile da concettualizzare".
"Riuscire a pensarsi avvocati, medici, elettricisti o calciatori richiede motivazione, passione e un pizzico di incoscienza giovanile. E anche di sognare e di credere che tutto sarà possibile", racconta Romanelli, colpita dalla maturità degli interventi. "Sono rincuorata dall’aver visto ragazzi che non cercano scorciatoie e non edulcorano la complessità: sanno che un futuro difficile li aspetta, e che molto dipende da loro".

L’impatto del Personal Ecosystem Canvas nell’orientamento
L’esperienza con il Personal Ecosystem Canvas dimostra quanto sia importante offrire ai ragazzi strumenti di orientamento efficaci. per aiutarli a riflettere su relazioni, valori, aspirazioni e scelte future . In un sistema scolastico dove, secondo Inapp, meno del 30% delle scuole attiva azioni sistematiche di orientamento precoce , il PEC può colmare una lacuna cruciale: permette di trasformare l’orientamento da scelta “per esclusione” a processo continuo di conoscenza di sé, restituendo ai giovani quella “bussola” necessaria per affrontare passaggi complessi con maggiore consapevolezza e benessere.

Mind the Gap: un progetto di comunità
La sessione con il PEC si è inserita all’interno di un progetto territoriale articolato, che nel Municipio 4 ha previsto:

  • laboratori Steam, di making, videomaking, coding e robotica
  • percorsi di partecipazione e cittadinanza
  • attività per i giovani del quartiere al CAM Mondolfo
  • formazione per docenti, educatori e operatori dei servizi socioeducativi.

L’obiettivo complessivo è rafforzare il ruolo della scuola e della comunità educante, costruendo risposte inclusive e sostenibili alla povertà educativa e supportando i ragazzi nelle fasi delicate di transizione scolastica. La giornata all’IC De Andreis lo dimostra: quando si crea tempo e spazio per riflettere su di sé, anche in terza media è possibile iniziare a immaginare il futuro con serietà, apertura e fiducia.

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