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Il peso delle parole

Il peso delle parole

Il peso delle parole

Emilio Santoro, 56 anni, papà di una bambina di 9 anni, coordina il comitato dei genitori dell’Istituto comprensivo E. Curiel di Tribiano, piccolo comune della Città Metropolitana di Milano. È tra i genitori che partecipa agli incontri di Vivi Internet, al meglio, il programma formativo sulla sicurezza online promosso con Google, Polizia Postale, Altroconsumo e Anteas.

 

"Momenti di scambio con esperti del settore sono fondamentali. Aiutano a farci capire come educare i nostri figli a un uso consapevole degli strumenti digitali", racconta Emilio.

 

"Negli ultimi due anni anche i più piccoli hanno dovuto attrezzarsi per la didattica a distanza. Mia figlia ha imparato subito a usare YouTube. E mi sembra anche giusto. Non credo debbano esserci limiti d’età all’uso di internet. Impedire l’uso della tecnologia oggi sarebbe come impedire a un bambino negli anni ‘70 di guardare la televisione.

Certo, siamo presenti nei momenti in cui lei gioca con il tablet e gli account che usa sono sempre quelli del genitore quindi posso controllare le ricerche e i siti che ha visitato. Tuttavia, la tecnologia, e internet, fanno passi da gigante in pochissimo tempo".

 

Emilio, come genitore, sente molto il rischio di restare inditero e di non sentirsi più adeguato per aiutare la figlia. "Per questo credo sia molto importante aggiornarsi e confrontarsi con chi può darci consigli utili. Questo anche perché i rischi su internet non si vedono subito. Lo schermo che ci divide dall’altro altera la nostra percezione del rischio e, talvolta, della realtà. Ci sono bambini che già alla scuola primaria si scambiano messaggi su Whatsapp. Può capitare che abbiano difficoltà a dare il giusto peso alle parole che scrivono? Credo proprio che potrebbe accadere! E ho paura che mia figlia possa avere difficoltà a gestire le relazioni, i rapporti con gli altri, online".

 

 

 

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