Venti studenti della Facoltà di architettura della Sapienza Università di Roma per una settimana frequentano il fab lab della Palestra dell’Innovazione, per scoprire come la fabbricazione digitale sta modificando la professione dell'architetto.
Il cambiamento più evidente è nei tempi di realizzazione di modelli, un processo che in passato era molto lungo e richiedeva vari passaggi. Oggi un progettista che immagina una forma, un gioiello, un oggetto può stamparlo direttamente anche usando laboratori condivisi, come appunto i fab lab.
I processi di prototipazione sono profondamente modificati anche dalle macchine al taglio laser, in grado di lavorare diversi materiali, dal plexiglass al legno. Così, per passare dal digitale al fisico, basta un clic.
I venti studenti universitari sono seguiti dai coach Mauro Del Santo e Luca Frogheri.
MAURO DEL SANTO
È designer e professore specializzato in Design del prodotto e tecnologia dei materiali. Da quando ha aperto il proprio studio di progettazione nel 2003 a Roma, ha sviluppato arredi, prodotti, prodotti per l'illuminazione e allestimenti per alcune delle aziende leader nel campo del design. Tra i suoi più importanti clienti ci sono IED, Mitsubishi Chemical Corporation, Comune di Roma, Ministero della Difesa Italiana, Ministero degli Affari Esteri Israeliano, Selex, Sistema Compositi, UNHCR, Danish Refugee Councl, ENI, Hertz. I suoi progetti hanno ricevuto riconoscimenti internazionali, come la segnalazione all’ADI Index, Selezione per il Red Dot Design Award, nominato tre volte Maker of Merit nel 2014 e nel 2015. Ha progettato e coordinato la realizzazione di eventi per l’università IED Roma e le mostre itineranti Promisedesign. Dal 2005 insegna presso IED di Roma, l'Università di Roma La Sapienza e l'Università di Nairobi, come docente di Progettazione, Prototipazione e Tecnologia dei Materiali.
LUCA FROGHERI
Web designer, maker, comunicatore e formatore. È autore del progetto EyeWriter Italia, che consente a persone con disabilità motorie di comunicare mediante il movimento degli occhi. Da tre anni insegna Interaction design basato sull'ambiente Arduino. Collabora con laboratori, fab lab e aziende in tutta Italia, nell'ambito della progettazione di dispositivi interattivi. Crede nella filosofia open source, nello sharing e in uno stile d'insegnamento pratico e coinvolgente. “Sono un maker”, dice di sé, “perché sono sempre stato curioso e ho cercato di fare le cose che mi incuriosivano. Il modo migliore per essere me stesso”.