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Un messaggio nello spazio

Giorgia Moschini

Un messaggio nello spazio

Un messaggio nello spazio

Docenti della scuola del noi: l'intervista a

Prosegue la nostra rubrica dedicata alla comunità dei Docenti della scuola del noi: oggi vi proponiamo l’intervista all’insegnante di scuola primaria Giorgia Moschini che ha realizzato, insieme a Lara Rollo, Barbara Avella, Mauro Crepaldi e Angela Fumasoni, la prima unità didattica del volume Cittadinanza digitale integrata e sostenibilità alla primaria (Erickson, 2023), intitolato “Brr…Che caldo!”, incentrato sulla scoperta della differenza tra tempo meteorologico e clima; il saper leggere, rappresentare e interpretare i dati; il riscaldamento globale e i suoi effetti sul nostro pianeta e infine la scoperta dell’obiettivo 13.3 dell’Agenda 2030. Questo tipo di apprendimento è basato su un approccio scientifico che prevede l’uso di metodologie innovative e inclusive quali l’apprendimento per scoperta, inquiry based science education (Ibse), il project based learning (Pbl) e il cooperative learning.

 

L'INTERVISTA

Ci sintetizzi in poche battute l’attività che ha seguito personalmente e di cui ha parlato nel libro?

Ho partecipato ad un lavoro collaborativo con i colleghi Barbara Avella, Mauro Crepaldi, Angela Fumasoni e Lara Rollo, dal titolo “Brrr...che caldo!”, sul tema del riscaldamento globale. In connessione con le Linee Guida di Educazione Civica e in linea con l’Obiettivo 13.3 dell’Agenda 2030 (Migliorare l’istruzione, la sensibilizzazione e la capacità umana e istituzionale per quanto riguarda la mitigazione del riscaldamento globale, l’adattamento, la riduzione dell’impatto e l’allerta tempestiva), abbiamo cercato di sensibilizzare i nostri alunni, cittadini del futuro prossimo, su questo importante tema, andando a toccare competenze digitali, scientifiche, tecnologiche e sociali.

Per quanto riguarda la parte che ho curato personalmente, ho presentato ai miei alunni la foto di quel “pallido puntino blu” (pale blue dot) che ritraeva la Terra da sei miliardi di chilometri di distanza. La foto era stata infatti scattata nel 1990 dalla sonda Voyager della Nasa da Carl Sagan, astronomo e divulgatore scientifico statunitense, e in quella immagine si vedeva la Terra come un pallido puntino luminoso blu, all'interno di un raggio di sole. Nel 1994 Sagan, nel suo libro “Pale Blue Dot: A Vision of the Human Future in Space”, inserì una profonda riflessione dalla cui lettura è partito il lavoro con i miei alunni. Nelle significative parole di Sagan risalta fortemente l’invito a proteggere il nostro Pianeta, l’unico che abbiamo perché non esiste un pianeta B. Da qui, attraverso un brainstorming, gli alunni hanno condiviso i propri pensieri, cercando soluzioni concrete per apportare il proprio contributo.

Per favorire l’aspetto ludico dell’attività, è stato chiesto agli alunni di costruire un disco dorato da inviare nello spazio (alla stregua dei dischi d’oro presenti nelle sonde Voyager), all’interno del quale è stato posizionato un qr code che racchiude un piccolo messaggio che i bimbi della Terra vorrebbero inviare ai loro coetanei dello spazio. L’attività è stata inserita all'interno di una presentazione realizzata con Canva e conclusa da un quiz, creato sulla piattaforma Wordwall.

Qual è stato il valore aggiunto della proposta per le vostre classi? Sono emersi suggerimenti per attività supplementari o nuovi bisogni?

Il valore aggiunto è stato certamente dato dagli alunni, perché la mia esperienza di insegnante mi conferma ogni volta che se il docente propone, invita, stimola gli alunni, sono poi loro che aggiungono il valore umano alle attività, attraverso la propria rilettura e rielaborazione di quanto presentato. Le competenze civiche sono state stimolate attraverso la fase del confronto tra pari ed è proprio in questa fase che gli alunni hanno dimostrato grande attenzione e sensibilità nel comprendere il delicato tema, cercando di sviscerarlo soprattutto dal punto di vista civico, confrontando idee e possibili soluzioni. La fase più tecnologica ha invece consentito loro di misurarsi con piattaforme digitali, attraverso le quali le considerazioni e riflessioni iniziali hanno trovato una concretizzazione più definita.

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