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Word Cancer Day

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Word Cancer Day

Aumentano i casi di tumore in Italia con 377.000 nuove diagnosi nell'ultimo anno, ma grazie ai progressi diagnostici e terapeutici, migliorano la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti e aumenta il numero di persone guarite. La prevenzione, però, rimane la difesa e la cura più efficace, soprattutto in tempo di pandemia. È il messaggio che hanno raccolto ieri i 1.000 studenti collegati in rete per l'evento formativo del progetto Fattore J, alla vigilia della Giornata mondiale contro il cancro (4 febbraio 2021). Una sessione di confronto con le più importanti società scientifiche e le associazioni attive nell’area dell’onco-ematologia.

 

Ripercorriamo la giornata di ieri [vedi la notizia Crescere in emergenza] condividendo alcuni passaggi dei diversi interventi.

 

Sconfiggere definitivamente l’insorgere del problema cancro? Questo non si può, dipende dalla configurazione del nostro sistema. Ma sconfiggerlo nel senso di guarirlo dopo la sua insorgenza nel futuro lo potremo fare. Gli stili di vita dipendono direttamente da voi: siete voi che potete per far sì che il cancro non diventi un problema. Dipende dallo stile di vita che scegliete oggi.

Giordano Beretta, presidente nazionale dell'Associazione italiana di Oncologia medica (AIOM)

 

Janssen è molto impegnata nella ricerca. Si può dire che la ricerca è il nostro dna: dal diciottesimo secolo abbiamo guadagnato un mese di vita ogni quattro grazie all’innovazione farmaceutica. Come azienda vogliamo essere vicini ai bisogni dei pazienti, dando ascolto anche a quelli di vicinanza e assistenza. In un’epoca come questa è fondamentale educare, informare e comunicare con i giovani ed è per questo che abbiamo deciso di condividere la realizzazione del progetto Fattore J. I giovani sanno usare ancora meglio di altri i canali digitali e per questo hanno un ruolo fondamentale nel far sentire le persone malate incluse, con dignità, con valore. E noi possiamo contribuire a realizzare un ecosistema di valore dove chiunque possa trovare informazioni e sostegno, anche solo attraverso l’ascolto e l’empatia. La presenza emotiva è la prima forma di cura.

Loredana Bergamini, direttore Medico di Janssen Italia

 

In questi mesi di pandemia l’Associazione AIOM ha stilato un documento che sarà una guida dell’oncologo medico del futuro: abbiamo chiesto agli specializzandi cosa mancava nella loro formazione e loro ci hanno risposto la comunicazione, intesa non soltanto tra oncologo e paziente, ma anche internamente agli staff di oncologia. È emerso quindi un bisogno di elementi che possano instradarli in una comunicazione corretta e la nuova classe degli oncologi deve essere pronta ad affrontare le sfide del futuro".

Saverio Cinieri, presidente eletto dell'Associazione italiana di Oncologia medica (AIOM):

 

La ricerca può nel giro di pochi anni contribuire in maniera sostanziale per cambiare la vita e la prognosi di tanti nostri pazienti, ma bisogna sempre ascoltare il proprio corpo e fare accertamenti. Grazie al progredire della ricerca, le patologie onco-ematologiche che colpiscono i giovani sono altamente curabili, ma fino a qualche anno fa la prognosi era infausta.

Lucia Farina, onco-ematologa della Fondazione IRCCS Istituto nazionale dei tumori e portavoce della Società Italiana di Ematologia (SIE)

 

Siamo convinti del valore di Fattore J e di quanto sia importante esporre i giovani ad eventi come questi. Un aspetto su cui puntiamo moltissimo è accompagnare i giovani a sviluppare l’empatia: il 40% dei giovani si sono dichiarati a disagio con la malattia, dato che mostra come tendono a riconoscere l’intelligenza emotiva ma fanno fatica ad esprimere le proprie emozioni quando incontrano la malattia. Ecco che in questa linea d’intervento abbiamo dato vita al programma “I’m a student and i will take an action”: attraverso l’impegno personale agirò per prendere cura del mio corpo e agirò con empatia e rispetto per tutto. Siamo convinti che i giovani ne siano capaci.

Mirta Michilli, direttore generale della Fondazione Mondo Digitale

 

Ricordo ancora con quanta trepidazione ho aspettato il compleanno dei 18 anni per potermi finalmente iscrivere a AIDO e ADMO per poter donare. Conoscere l’avversario, capire come adattare il tuo corpo per ottenere il massimo in situazioni estreme è quello che facciamo noi apneisti, ma sono convinto che sacrificio, resilienza e studio dell’avversario siano concetti traslabili anche nella quotidianità, nella scuola e nella prevenzione.

Umberto Pelizzari, pluri-campione mondiale di apnea profonda

 

Ero era una ragazza normalissima e sana, poi sintomi strani e improvvisi. Ho fatto subito gli esami e a 23 anni mi hanno diagnosticato il cancro. L’Associazione AIL si è presa cura di me fin dal primo ricovero. Davanti alle prime 4 sacche di trasfusioni ho realizzato che delle persone che quotidianamente compiono azioni come donare il sangue mi hanno salvato la vita. Lì ho realizzato che quello che stavo ricevendo lo avrei trasmesso a mia volta quando sarei stata meglio, infatti ora sono una collaboratrice dell’AIL. Se siete fortunati, dovete capire quanto fare un gesto come donare il sangue possa arrivare a salvare delle vite.

Laura Tramuto, paziente dell’Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma (AIL)

 

Fattore J, promosso da Fondazione Mondo Digitale con Janssen Italia, è il primo curricolo per la scuola italiana per educare i giovani a sviluppare intelligenza emotiva, rispetto ed empatia verso le persone che vivono una situazione di grave disagio o sono affette da malattie. Un’importante operazione sociale per stimolare il cambiamento culturale e di mentalità a partire dalle nuove generazioni.

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