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Con lo sguardo sul campo e il cuore tra i team

Il ruolo dei giovani arbitri alla RomeCup 2025

Con lo sguardo sul campo e il cuore tra i team

Con lo sguardo sul campo e il cuore tra i team

Il ruolo dei giovani arbitri alla RomeCup 2025

Alla RomeCup 2025, dove robot autonomi superano ostacoli, calciano la palla e salvano vite in simulazioni di emergenze, ci sono occhi attenti che osservano ogni dettaglio. Sono quelli dei giovani arbitri, figure chiave che garantiscono non solo il corretto svolgimento delle gare, ma anche un clima di rispetto, fiducia e apprendimento condiviso.

Il loro compito va ben oltre il far rispettare le regole: “Essere arbitro per me... ogni anno è la prima volta”, racconta Davide Belli, alla sua terza esperienza nelle categorie Soccer Open e Soccer Lightweight. “Cerco sempre di dare il meglio per fare in modo che i ragazzi esprimano tutto il loro potenziale”.

La RomeCup non è solo una competizione, ma un'esperienza trasformativa, anche per chi indossa la maglia da arbitro. Emanuele Coletta, ex giocatore e oggi arbitro nella categoria Soccer, conferma: “Lo era come giocatore, lo è ancora di più come arbitro. È fantastico rivedere nei ragazzi l’entusiasmo che avevo io e poterlo restituire, dando una mano quando le cose non funzionano”.

Francesca Formaggio, 23 anni, formatrice per la Fondazione Mondo Digitale, è da tre edizioni arbitro nella categoria Explorer. Per lei, essere sul campo è un’occasione privilegiata per osservare l’impegno e la crescita dei partecipanti: “È bello vedere la passione, lo spirito di gara, e stare in mezzo a loro è sempre molto piacevole”.

Alla sua prima esperienza da arbitro, Giorgio Anzelini, 41 anni, sottolinea quanto questa opportunità sia stata formativa: “Spero di aver aiutato i ragazzi a migliorare, a lavorare meglio in gruppo. È stato un momento importante anche per me, di crescita personale”.

Angie Albitres, 21 anni, anche lei arbitro per la prima volta nella categoria Explorer, ha vissuto un’esperienza sorprendente: “Mi è piaciuto moltissimo vedere i ragazzi cimentarsi con così tanta passione e voglia di migliorarsi ogni giorno. È stato molto bello e stimolante. Spero che anche chi ci ha seguito possa essere ispirato a partecipare il prossimo anno.”

Le competizioni della RomeCup 2025 spaziano dal salvataggio in scenari simulati (Rescue Line), all’esplorazione ambientale (Explorer), fino al calcio robotico (Soccer) e alle performance artistiche (On Stage). Tra le più sfide più affascinanti anche la Robotic Arm Challenge, dedicata ai bracci robotici intelligenti e collaborativi. Qui ha operato Riccardo Accatino, che ha osservato da vicino l’ingegno e la creatività degli studenti: “Un braccio che percepisce i movimenti muscolari, progetti dal design amichevole… è incredibile cosa riescano a fare questi ragazzi”.

Infine, Valeria Bonagura, 27 anni, dottoranda in Sistemi autonomi, ha arbitrato la categoria Explorer, spiegando con precisione il compito dei robot: “Devono seguire percorsi tracciati, entrare in stanze e simulare operazioni di salvataggio in autonomia. È un esercizio di problem solving e intelligenza ambientale”.

Il filo rosso che unisce tutte queste testimonianze è lo stesso: uno sguardo che accompagna, incoraggia, sostiene. Gli arbitri della RomeCup 2025 sono mentori silenziosi, custodi dello spirito della manifestazione. Grazie a loro, la sfida diventa crescita, la regola si trasforma in occasione, e ogni ostacolo è un'opportunità per migliorare. 

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