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Dai robot sumo al virtual taekwondo

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Dai robot sumo al virtual taekwondo

Dai robot sumo al virtual taekwondo

Alla RomeCup 2025 le storie dei campioni nazionali

Era il 2006 quando all’Auditorium Parco della Musica, in occasione della prima edizione del Festival delle Scienze “SconfinataMente”, andava in scena un evento inedito: la prima esibizione pubblica di robot sumo, progettati e animati da tre scuole romane, Pacinotti, Piazza della Resistenza di Monterotondo, Von Neumann. Tre istituti pionieri che, quasi vent’anni dopo, ritroviamo ancora protagonisti alla RomeCup 2025, a testimoniare un impegno educativo lungo e coerente tra tecnologia e formazione.

E proprio alla RomeCup, il concetto di “sfida” si è evoluto ancora una volta. Oltre alle consuete gare tra robot, la manifestazione ha ospitato un’altra forma di competizione ad alto contenuto tecnologico: il Virtual Taekwondo, una versione immersiva e digitale dello sport da combattimento, portata dalla Federazione Italiana Taekwondo con atleti e testimonial d’eccezione. Attraverso sensori e visori, gli atleti si sfidano a distanza, senza contatto fisico, ma con la stessa intensità e agonismo. Lo spazio è stato curato da Daniele Vigo, allenatore qualificato della Fita, maestro e cintura nera 4° Dan di Taekwondo, e coordinatore del Fab Lab della Palestra dell'Innovazione [vedi la notizia Sport, tecnologia e gaming].

In questa inedita convergenza tra sport, gaming e intelligenza artificiale, i giovani scoprono nuovi modi per esprimere energia, disciplina e spirito competitivo. Che si tratti di spingere un robot fuori dalla pedana o di sfidare un avatar in realtà virtuale, il messaggio resta lo stesso: imparare a superare sé stessi, sviluppando competenze trasversali che connettono corpo, mente e tecnologia.

"Non c’è il solito contatto tra due atleti», spiega la campionessa Sara Daluani, "ma attraverso la realtà virtuale si combatte a distanza. È meno invasivo a livello fisico, ma l’agonismo è lo stesso". Una nuova modalità per vivere lo sport, che conserva intatto lo spirito competitivo.

A dare voce al potere trasformativo dello sport anche Dihiar Liur, atleta della squadra olimpica dei rifugiati: "L’Italia mi ha dato una nuova possibilità. Continuare a fare sport, studiare, costruire un’altra vita… È importante condividere la mia storia". Un racconto che mostra come la tecnologia e lo sport possano essere strumenti di riscatto e inclusione.

"Con il Virtual Taekwondo vogliamo che lo sport resti al passo con i tempi", sottolinea Cristina Pescante, della Federazione italiana Taekwondo. "La nostra versione si svolge con un visore e sensori che riproducono i movimenti reali degli atleti. È una tecnologia che consente di esplorare nuove modalità di allenamento e competizione, anche a distanza".

In entrambe le arene, robotica e sportiva, i giovani scoprono il valore della sfida come esercizio di crescita personale e collettiva. Che si tratti di spingere un robot fuori dalla pedana o di fronteggiare un avversario virtuale, il principio non cambia: superare i propri limiti attraverso il gioco, la tecnica, l’intelligenza.

Dalla pedana del 2006 alla piattaforma digitale del 2025, la sfida continua. E con essa, il futuro dell’educazione che cresce tra memoria e innovazione.

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