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Idee che lasciano il segno

Festival di Mind the gap

Idee che lasciano il segno

Idee che lasciano il segno

Tre anni di Mind the Gap, tra creatività, competenze digitali e cittadinanza attiva

Quando una cosa bella finisce, si rimane sempre con un miscuglio strano di emozioni: c'è la soddisfazione per il percorso fatto, l’orgoglio per i risultati raggiunti, ma anche un pizzico di malinconia perché si chiude un percorso importante. Sono quei progetti e quelle esperienze che lasciano il segno, che costruiscono legami, che accendono riflessioni, che aprono nuovi orizzonti. E forse il bello, in fondo, è proprio questo: sapere che, anche se il progetto termina, ciò che si è imparato, costruito e condiviso resta.

Questa mattina, alla Biblioteca Oglio del Municipio 4 di Milano, abbiamo condiviso un momento speciale con una settantina di studentesse e studenti delle scuole secondarie di I e II grado, protagonisti del progetto Mind the Gap, avviato tre anni fa e in chiusura ufficiale il prossimo novembre. Le delegazioni delle cinque scuole presenti, tre istituti comprensivi (Madre Teresa di Calcutta, Via De Andreis e Marcello Candia) e due superiori (Oriani Mazzini e Galdus), hanno rappresentato le numerose classi coinvolte in questi tre anni di progetto, raccontando e mostrando con entusiasmo i risultati del percorso svolto. 
A rendere il momento ancora più significativo è stata la presenza inaspettata del presidente del Municipio 4, Stefano Bianco, che ha ascoltato con attenzione i progetti e si è congratulato con i ragazzi. Un gesto simbolico che ha rafforzato il senso di appartenenza al territorio e l’importanza del protagonismo giovanile.

I ragazzi delle scuole secondarie di secodo grado si sono cimentati in due anni di formazione, diventando innovatori capaci di proporre soluzioni reali a problemi della quotidianità: dalla sicurezza stradale a iniziative di solidarietà, passando per applicazioni digitali per migliorare la vita in città e combattere fenomeni sociali urgenti come la violenza di genere e la disoccupazione giovanile. Al centro dei percorsi svolti dalle scuole secondarie di primo grado, invece, una riflessione sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile, che hanno ispirato le studentesse e gli studenti dando vita a progetti di coding, videomaking e prototipi che affrontano temi come parità di genere, rigenerazione urbana e tutela ambientale. Tra le idee raccontate questa mattina, per esempio, video e animazioni ideate con il software Scrach per migliorare la scuola, per la creazione di spazi dedicati al prestito di materiale scolastico e realizzazione di iniziative per una raccolta differenziata più efficace.

Il momento più significativo è stato sicuramente lo scambio di pareri e curiosità tra gli studenti dei diversi ordini di scuola: vedere i più piccoli ascoltare con interesse i più grandi, porre domande, lasciarsi ispirare, e, allo stesso tempo, osservare i più grandi riconoscere nei più giovani la stessa passione e voglia di cambiare le cose, è stato commovente. Si è creato uno scambio generazionale spontaneo, sincero, che ha dato senso pieno al progetto: costruire ponti tra mondi diversi, tra età e percorsi differenti, per generare nuove visioni di futuro. Ecco, quindi, il senso di “Mind the Gap”, che si conferma come un laboratorio di innovazione sociale e inclusione, capace di generare fiducia, motivazione e senso di comunità tra i giovani, in un contesto ad alto rischio di dispersione scolastica e povertà educativa

A conclusione di questi tre anni di progetto, un ringraziamento sincero va alle dirigenti Emanuela Giorgetti (Madre Teresa di Calcutta), Francesca Scarpino (L. De Andreis), Mariafinizia Felaco (M. Candia); alle professoresse del De Andreis, in particolare Chiara Donisi e Tiziana Gianola; ai docenti del Madre Teresa. di Calcutta, in particolare Maura Curreli e Antonella Giammarresi, e ai docenti dell'IC M. Candia, in particolare Silvia Conte. Grazie anche al prof. Cristian Infante, per la fiducia, e alla prof.ssa Ilaria Ariano dell'IIS Oriani-Mazzini. Un grazie di cuore alla prof.ssa Jelena Ciarloni della Scuola Galdus, per la disponibilità e per come ha seguito noi e i ragazzi fin dal primo incontro.

Grazie anche ai formatori che hanno accompagnato gli studenti in questo percorso, in particolare, Elia Mengozzi, Leonardo Acquaroli, Chiara Grifò, Monica Cauduro, Elisa Bova, Tullia Romanelli (per le sessioni con il Personal Ecosystem Canvas alle classi delle superiori) e i formatori di Makers Hub.

E un grazie speciale va, soprattutto, alle ragazze e ai ragazzi per essersi messi in gioco con entusiasmo, per aver creduto nel progetto e per averci ricordato quanto sia importante investire in percorsi come questo. Il loro “grazie” spontaneo, sincero e sentito ricevuto oggi è, senza ombra di dubbio, il riconoscimento più prezioso.

A cura di Elisabetta Gramatica, project officer

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