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La didattica "a blocchi"

La didattica "a blocchi"

La didattica "a blocchi"

È iniziata la formazione dei docenti prevista dalla seconda edizione del progetto CS First promosso con Google [vedi la notizia La formazione è virale]. Martedì scorso, 18 giugno, la sessione formativa è stata animata da Vincenzo Di Pumpo, insegnante e appassionato di innovazione pedagogica.

 

I 26 docenti partecipanti si sono cimentati in progetti di coding, hanno creato club virtuali per gli alunni sulla piattaforma CS Firts e hanno cominciato la preparazione alla sfida della CSF League in ottobre.

 

Ieri, giovedì 20 giugno, secondo appuntamento per un altro gruppo di docenti della scuola primaria e secondaria di primo grado del Lazio, animato dal formatore Mauro Crepaldi. I docenti hanno esplorato la piattaforma CS First che aiuta a realizzare una didattica più coinvolgente e personalizzata per sviluppare il pensiero computazionale degli alunni.

I docenti imparano a programmare con Scratch, il linguaggio a blocchi, realizzano storie e animazioni che permettono di insegnare in nuovo modo la loro materia. Applicando il coding in maniera trasversale e personalizzata a tutte le discipline curricolari, infatti, non solo si favorisce l'avvicinamento degli studenti alla programmazione ma si rendono le lezioni più dinamiche e i contenuti più interattivi.

 

La prossima settimana sono in programma sessioni formative a Sondrio e a Roma.

 

 

CHI SONO I FORMATORI

 

Vincenzo Di Pumpo

"Ama solo chi conosce. Conosce solo chi ama" (Agostino).

Nato nell'alto Tavoliere di Puglia nel 1979, dopo aver conseguito due lauree specialistiche entrambe in ambito umanistico, dal 2008 insegno religione scuola primaria a Roma. Nel tentativo di avvicinare i contenuti disciplinari al gusto dei miei alunni, attraverso l'aggiornamento continuo, ho cercato e introdotto in classe diverse strategie didattiche innovative e strumenti digitali. Oggi mi ritrovo a condividere con altri docenti le mie esperienze e a favorire nel mio istituto questa cultura, a riprova del fatto che non serve essere ingegneri per applicare una didattica digitale.

 

Mauro Crepaldi

Testa tra le nuvole e piedi ben piantati a terra.

Docente di scuola primaria con un futuro alle spalle (classe 1963), insegna con meraviglia ed educa alla curiosità (essere un ex-prestigiatore aiuta). Oggi è l’Animatore digitale della propria scuola (evidentemente serviva un tardivo digitale “DOS”) che propone a colleghi e Università sistemi di valutazione “a ragnatela” (crescere leggendo Lee&Ditko lascia un segno) mentre cerca di portare iniziative di marketing come gli “€uroscuola” nell’Istituto comprensivo dove insegna (forse per giustificare i corsi IPSOA inutilmente frequentati). Come formatore, esce dalla “vecchia scuola” dell’I.R.I. Management con ingressi laterali di PNL e ipnosi classica (se vi capitasse di addormentarvi durante una sua lezione, almeno adesso sapete perché) e potreste ritenervi fortunati: avrebbe potuto suonarvi qualcosa di sua composizione (per favorirvi il sonno, non il riposo) e tutto da solo (quando si dice essere polistrumentisti per necessità). Gostwriter politico ed editorialista pseudonimato, dopo aver convinto lo Stato a pagare la costruzione di un Planetario scolastico digitale nel plesso della propria scuola, fa vedere le stelle a tutti ma non fa male a nessuno.

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