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Umano o sovrumano?

Umano o sovrumano?

Umano o sovrumano?

Cyborg, superuomini e cloni. Evoluzione o estinzione? Cosa significa essere un uomo o una donna oggi? Cosa significherà tra cent’anni? Dobbiamo continuare ad accettare che la nostra mente, il nostro corpo e la nostra vita quotidiana vengano modificati o esistono confini che non andrebbero superati?

Queste sono solo alcune delle questioni al centro della mostra “Human+. Il futuro della nostra specie” dal 27 febbraio al Palazzo delle Esposizioni, una grande rassegna scientifica che esplora i potenziali percorsi futuri dell’umanità considerando le implicazioni delle tecnologie passate ed emergenti.

Il XXI secolo vedrà la convergenza di settori come la biotecnologia, la robotica e l’intelligenza artificiale. La manipolazione dei processi biologici, il controllo delle macchine digitali e meccaniche e la creazione di un’intelligenza non biologica superiore a quella umana sono tutti progressi che sollevano interrogativi etici sull’appropriazione della vita e l’alterazione di se stessi. La convergenza di queste e altre forze ci condurrà in territori nuovi e sconosciuti.

Dalle sottili provocazioni ai grandi gesti, le opere d’arte presenti in mostra rappresentano modi diversi di accettare e assimilare questi cambiamenti. Il valore in gioco, infatti, non è la capacità di prevedere il futuro bensì la necessità di riflettere sul futuro. Per cosa stiamo lottando? In modo consapevole o meno, stiamo disegnando il nostro futuro e ogni disciplina giocherà un ruolo in questo processo.

Human+. Il futuro della nostra specie, a cura di Cathrine Kramer, presenta una serie di possibilità, immaginate e reali, che permettano ai visitatori di scegliere quale sia il futuro che preferiscono per la specie umana.

 

L’esposizione presenta circa 40 opere, tra installazioni, film, sculture, fotografie, realizzate da alcuni dei più importanti artisti, designer e scienziati riconosciuti a livello internazionale per il loro lavoro di esplorazione delle connessioni tra arte e scienza. Attraverso le loro opere si approfondirà il concetto di appartenenza alla specie umana, si osserveranno i confini del corpo e della specie e i limiti di ciò che è socialmente ed eticamente accettabile.

Dovremmo migliorare noi stessi o piuttosto cercare di modificare i nostri discendenti? La prolungata longevità dell’uomo è un’aspirazione meravigliosa o una prospettiva terribile per la Terra? All’interno di questa spettacolare rassegna, alcune delle menti più brillanti e creative del pianeta hanno ipotizzato e immaginato molti futuri possibili.

 

Dalla mostra “Human+. Il futuro della nostra specie” prende spunto il concorsoMix User Experience - MUX”, lanciato da Fondazione Mondo Digitale e Palazzo delle Esposizioni. Il contest, dedicato agli studenti di scuole di ogni ordine e grado e alla comunità di professionisti, creativi, maker e designer, ha l’obiettivo di rendere il tema della mostra accessibile al grande pubblico, attraverso la realizzazione di progetti creativi (es. applicazioni, video, installazioni ecc.), che possano aiutare a interagire con le opere in esposizione o suggerire nuove applicazioni per appassionare le persone alla cultura e creare nuovi pubblici. Per informazioni: MUX - Mix User Experience.

 

Il percorso espositivo di Human+ si suddivide in cinque sezioni. “Umano o sovrumano?” è la quinta sezione a cura di Valentino Catricalà, Fondazione Mondo Digitale.

Era il 1941 quando Isaac Asimov, su basi cartesiane, scriveva queste frasi formulate da un robot, personaggio del racconto Reason.  

“Io penso quindi sono” dice il robot di Asimov citato sopra. Stabilito ciò, occorre capire dove ci porterà questa affermazione. I quattro artisti e i due collettivi selezionati da Valentino Catricalà per la sezione “Umano, sovraumano?”, concepita specificatamente per la tappa romana della mostra e frutto della collaborazione con la Fondazione Mondo Digitale, vogliono fare proprio questo, farci riflettere e porci, ancora una volta, una fondamentale domanda. Come nel racconto di Chabot, Il robot filosofo, quando il robot, una intelligenza artificiale, dialoga con il filosofo umano Barnabooth e gli chiede: “a che serve essere umano?”

Barnabooth sorrise… “A coltivare il mistero di esistere. A ridurre la violenza. A sperimentare nuove forme di gioia. E lei, ha un’idea?”

“Sono desolato, non ne ho. È lei il filosofo con trent’anni di esperienza. Non invertiamo i ruoli”.  

 

 

Human+. Il futuro della nostra specie

a cura di Cathrine Kramer

Mostra promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale

Organizzata da Azienda Speciale Palaexpo

La mostra è stata concepita e presentata per la prima volta da Science Gallery presso il Trinity College di Dublino

nella versione itinerante è co-prodotta da Science Gallery, Trinity College Dublin e Centre de Cultura Contemporània de Barcelona

Per l’edizione romana la mostra si avvale della collaborazione di Fondazione Mondo Digitale per la sezione “Umano, sovraumano?” curata da Valentino Catricalà

 

 

Informazioni

Titolo: Human+. Il futuro della nostra specie

Sede: Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194 - 00184 Roma

Periodo: 27 febbraio  - 1 luglio 2018

Orari: Domenica, martedì, mercoledì e giovedì: dalle 10.00 alle 20.00;  venerdì e sabato: dalle 10.00 alle 22.30; lunedì chiuso

Informazioni e prenotazioni: Singoli, gruppi e laboratori d’arte tel. 06 39967500;   www.palazzoesposizioni.it

Biglietti:  Intero € 12,50; ridotto € 10,00; scuole € 4,00 per studente

ragazzi dai 7 ai 18 anni € 6,00; bambini fino a 6 anni gratuito

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