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Come stare in scena

Come stare in scena

Come stare in scena

Prosegue la “trasformazione” delle scuole in atelier per creare opere condivise, orientare i giovani verso un nuovo modo di concepire arte e tecnologia, sviluppare competenze strategiche e la nascita di nuovi profili professionali.

 

Dodici artisti, da gennaio a marzo 2016, lavorano con gli studenti di 12 scuole, a Napoli, Roma e Milano, per realizzare opere digitali da esporre nella prestigiosa cornice del Media Art Festival. Dopo il successo dell’edizione pilota, si uniscono alla sfida lanciata dalla Fondazione Mondo Digitale altri due partner di prestigio, BNL Gruppo BNP Paribas e Fondazione MAXXI di Roma.

 

Oggi, dalle 14.30 alle 16.30, i Dehors/Audela sono all’IIS Carlo Cattaneo di Roma per proporre il laboratorio Performare/Perforare il quotidiano, un “workshop sull'azione di (so)stare in scena”.

 

L’appuntamento con l’originale format del progetto-evento Media Art Festival è nella capitale, dal 13 al 17 aprile 2016, presso gli spazi del Museo nazionale per le arti del XXI secolo. L’iniziativa, che affianca a lecture, installazioni e convegni con esperti internazionali, percorsi didattici ed educativi per gli studenti di scuole di ogni ordine e grado, rappresenta un’assoluta novità nel panorama artistico italiano. È un vero e proprio laboratorio diffuso di produzione per avvicinare le giovani generazioni all’uso attivo, creativo e innovativo della tecnologia.

 

 

Per saperne di più

 

Il laboratorio

Il gioco come atto performativo che lavora e resiste al nostro indebitamento con il Tempo. Il laboratorio rappresenta un luogo di sperimentazione e scoperta attraverso un apprendimento ludico, dove sviluppare capacità e conoscenze plurisensoriali in una dimensione di condivisione e collaborazione, smantellando il rapporto cattedratico tra insegnante e allievo e facendo in modo di far entrare “i partecipanti” in relazione con le pratiche, passando per la sollecitazione dei sensi, la sperimentazione di materiali, strumenti e tecniche, in dialogo/scontro, come è nostra abitudine, tra corpi viventi e “protagonisti” digitali.

A partire da alcune suggestioni, tra cui: 

  • Usare il corpo e i suoi sensi come arma lirico-poetica, come segno di presenza e di resistenza.
  • Abitare uno schermo. Per l'esplorazione di un habitat reale e/o digitale, per la sua ri-scrittura e la sua re-visione attraverso la messa in scena nello spazio e attraverso l'editing audiovisivo.
  • Giocare a prendere/perdere posizione (nello spazio, nel tempo, nell'azione, nella società, nelle dinamiche interpersonali)

 

Gli artisti

Dehors/Audela. Elisa Turco Liveri e Salvatore Insana si incontrano nello spazio del Meta-Teatro a Roma nel 2010. Il progetto di cui fanno parte fa confluire teatro, videoarte e altri linguaggi performativi nel segno di una ricerca continua in cui i diversi codici artistici mantengano comunque una loro specificità e al contempo siano capaci di generare nuove forme espressive. All’insegna dell’interferenza reciproca e all’intervento a partire dai rispettivi campi d’azione, si parte da un teatro in cui, se il corpo e l’azione costituiscono il centro della drammaturgia, anche il video ha tratti fisici, si nutre del corpo e ne diventa parte integrante sulla scena. Negli ultimi anni hanno dato vita, in collaborazione con la light designer Giovanna Bellini, e nel costante tentativo di superamento dei generi, dei luoghi e degli strumenti “deputati”, a opere video-teatrali (A pezzi; Nelle pieghe; Land(e)scapes, Strategia K), progetti di ricerca audiovisiva (Aperture; Recognition; Nero Enigma; Dove era che non ero), installazioni urbane e percorsi d’indagine fotografica (Space-time Lapse, Umano non umano; Folds, Contre nature).

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