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Il paesaggio condiviso

Il paesaggio condiviso

Il paesaggio condiviso

Al Fab Lab della Palestra dell'Innovazione ieri mattina sono arrivati i bambini della scuola primaria, la 3ª B dell'Istituto comprensivo Piaget-Majorana, guidato dalla dirigente scolastica Marina Todini. Con le macchine a controllo numerico i piccoli progettisti hanno realizzato un insolito paesaggio composto con i disegni di ciascuno di loro.

 

A fare un resoconto della loro avventura nel laboratorio di fabbricazione digitale è Federica Pellegrini, che insieme al coach Mauro Del Santo, ha seguito le diverse attività come tutor d’aula.

 

I bambini avevano già fatto a scuola disegni di sagome in bianco e nero per rappresentare gli elementi che caratterizzano il loro paesaggio quotidiano, ispirandosi al libro "Nella nebbia di Milano" di Bruno Munari.

Semafori, fermate bus, negozi, persone a passeggio con il cane, scivoli e altalene, perfino i tipici "nasoni", le fontanelle di acqua pubblica di Roma.

Entrati al Fab Lab hanno potuto ammirare vari oggetti creati in precedenza con la laser cut. Con stupore hanno scoperto che molti oggetti erano stati costruiti grazie al file scaricati gratuitamente da Internet, molti altri erano invece frutto dell'inventiva di qualcuno che si era divertito a creare forme nuove e incastri ingegnosi. 

Successivamente si sono avvicinati incuriositi alla laser cut che in quel momento stava tagliando le sagome: “Guarda! Un albero, una giostra… Ma come hanno fatto a farli?"

Come al solito il momento magico dei nostri laboratori è stato quando abbiamo aperto il portellone della laser cut ed estratto tante forme diverse appena tagliate, misteriose silhouette in legno. Poi i bambini hanno cominciato a riconoscere tratti e forme a loro familiari e finalmente hanno capito cos'era successo: i loro disegni si erano materializzati in piccoli oggetti!

A quel punto i bambini hanno compreso in maniera intuitiva i vari passaggi attraverso i quali da un'idea, da un disegno, da un progetto fatto al computer, passando per il digitale e gli strumenti a controllo numerico, è possibile creare oggetti unici e personali.

Ma il gioco-laboratorio non è finito qui: sui loro tavoli hanno trovato una piattaforma sulla quale incastrare le sagome da loro create. Così pian piano ha preso forma un unico paesaggio costituito dalle singole sagome ideate dai vari bambini.

L'ultimo passaggio è stato capire che esiste una prospettiva, assecondando la quale gli oggetti più grandi si trovano in primo piano e quelli più piccoli man mano trovano posto sullo sfondo. La prospettiva non rientra nel programma delle classi terze, avranno tempo di approfondirla l'anno prossimo, ma intanto possono "imparare facendo e giocando", perché il gioco anche alla loro età è una vera e propria forma di esplorazione e analisi del mondo. Giocando a incastrare con varie combinazioni le loro sagome hanno imparato ad accostare gli elementi tra di loro, a creare scenografie, paesaggi verosimili e allo stesso tempo espressivi, grazie alla capacità nel rappresentare il reale con pochi tratti significativi, come solo i bambini riescono a fare.

 

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