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Reggio Calabria, la voce del territorio

Gender gap e work-life balance
Photo by Yan Krukau

Reggio Calabria, la voce del territorio

Reggio Calabria, la voce del territorio

Gender gap e work-life balance: il valore delle reti per un cambiamento inclusivo

Un bene confiscato alla criminalità organizzata e restituito alla comunità. Un gruppo di professionisti, amministratori, comunicatori, attivisti, educatori. Giovani e meno giovani che credono nel valore delle reti territoriali per cambiare il mondo del lavoro. È successo a Reggio Calabria, dove il 29 maggio, negli spazi del Possidonea Lab, si è tenuto il laboratorio “Gender gap e work-life balance policies”, promosso dalla Fondazione Mondo Digitale nell’ambito del progetto europeo PRODIGY.

L’incontro, guidato da Giulia Melissari, ha messo al centro il tema dell’equilibrio tra vita privata e professionale e il persistente divario di genere nel mondo del lavoro. Ma non solo. È stata anche l’occasione per condividere buone pratiche, progettare nuove azioni e rafforzare la collaborazione tra enti pubblici, cooperative, imprese, organizzazioni profit e non profit.

Giuggi Palmenta ha sottolineato il significato profondo dell’iniziativa, osservando come “si sia parlato di gender, di lavoro, di lavoro giovanile, argomenti di grande interesse per un territorio come quello di Reggio Calabria”. Ha evidenziato il valore aggiunto derivante dal contesto in cui si è svolto il laboratorio: “un bene confiscato”, luogo simbolico che ha contribuito a focalizzare l’attenzione su temi che riguardano da vicino le giovani professioniste locali.

Anche Sergio Conti di Iamu Comunicazione, realtà attiva da oltre dieci anni nella narrazione territoriale, ha messo in luce l’importanza della sinergia tra esperienze, affermando: “la cosa più importante è fare rete e stare con altri imprenditori, raccontarci le esperienze virtuose, capire cosa di positivo possiamo offrire e cosa possiamo costruire insieme per il futuro”. Il nome stesso dell’azienda, Yamu (“andiamo” in dialetto locale), si è rivelato una metafora perfetta per il clima collaborativo e propositivo dell’incontro.

Con il prezioso supporto del Consorzio Macramè e del progetto Impronte a Sud, l’evento ha restituito voce a un territorio che vuole essere protagonista di un cambiamento reale: più inclusivo, più giusto, più sostenibile.

Il laboratorio è solo una delle tappe del percorso promosso da PRODIGY, che punta a formare 240 giovani che non studiano e non lavorano (Neet) in Italia, Grecia e Bulgaria, con competenze specialistiche nei settori della transizione digitale ed ecologica.

Ricordiamo che è attiva la call per le aziende che desiderano entrare a far parte del Cluster aziendale PRODIGY, una rete strategica che unisce innovazione, responsabilità sociale e futuro dei giovani.
Aderire al Cluster significa:

  • fare rete con aziende e stakeholder nazionali e internazionali;
  • entrare in contatto con giovani formati in linea con le nuove esigenze del mercato del lavoro;
  • partecipare attivamente a un progetto europeo e a eventi locali e internazionali.

I Cluster aziendali sono attivi in sette città: Napoli, Catanzaro, Palermo, Reggio Calabria, Salonicco, Gotse Delchev e Blagoevgrad.

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