Con Fattore J nello stabilimento di Johnson & Johnson di Latina
Nel progetto Fattore J, realizzato con Johnson & Johnson, studenti e docenti esplorano temi legati alla salute, all’innovazione e alla ricerca scientifica attraverso esperienze concrete. Tra le tappe più significative, quella del 27 febbraio scorso presso lo stabilimento Johnson & Johnson di Latina, nell’ambito dell’iniziativa “Dal laboratorio alla vita” [vedi la notizia Gli studenti alla scoperta dell'innovazione farmaceutica].
A distanza di qualche mese torniamo a raccontare quella giornata per capire meglio il segno che ha lasciato: un momento di orientamento e scoperta che continua a ispirare sia chi lavora ogni giorno nel settore della salute sia chi, a scuola, inizia a immaginare il proprio futuro.
Abbiamo raccolto due testimonianze complementari: la voce del manager che ha aperto le porte dell’azienda e quella di una docente che ha accompagnato gli studenti, insieme ai loro commenti diretti.
“È il primo anno che partecipiamo a Fattore J”, racconta Veronica Cuomo, professoressa di Chimica Organica e Biochimica dell’istituto superiore Galilei-Sani di Latina. “Possiamo dire che questo progetto completa e chiude un cerchio, avvicinando i ragazzi al mondo della formazione tecnico-scientifica e della salute. Collaboriamo con organizzazioni in ambito sanità e ricerca, abbiamo parlato della donazione del sangue, di nutrizione bilanciata, e collaboriamo con le realtà produttive con i Percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento. Nella nostra scuola i temi legati alla salute sono al centro di un dialogo molto franco, si parla anche di patologie croniche o gravi con un approccio scientifico ma empatico. Tutti noi conosciamo o abbiamo in famiglia persone affette da malattie importanti e sentiamo il bisogno di saperne di più. In quest’anno scolastico abbiamo seguito un progetto con la facoltà di Farmacia e Medicina de la Sapienza sede di Latina sui farmaci antitumorali, ad esempio”.
Fattore J per la professoressa è dunque un progetto calzante rispetto al percorso intrapreso con i suoi studenti. “Quello che mi ha colpito di più è stato soprattutto il taglio etico dell’iniziativa, il mettere al centro del processo il paziente, anzi la persona. Non solo, abbiamo avuto anche l’occasione di capire processi e percorsi legati al farmaco, apprezzando l’attenzione non comune al lato umano delle cure. Per le prossime iniziative, ci piacerebbe entrare nel vivo della produzione!”.
Inoltre, parlare con i professionisti del settore farmaceutico è stata sia un’interessante opportunità di orientamento per gli studenti sia uno spaccato di quello che vuol dire lavorare in una realtà competitiva: “ai vertici di J&J ci sono tante donne, e vorremmo davvero riscontrare la stessa situazione nelle altre realtà del nostro Paese. Si è parlato di reclutare nuovi talenti e anche questo è davvero ispirante per chi a 17 anni sta per compiere scelte importanti per il suo futuro”. Un’immersione in un presente inclusivo, la previsione di un futuro possibile: “per me, che avevo lavorato nel settore, non è stata una sorpresa. Avevo preparato i ragazzi ad aspettarsi una realtà molto avanzata, altamente professionale, molto attenta alle persone. ma toccarla con mano per loro è stato diverso, emotivamente coinvolgente”, conclude Veronica Cuomo.
Alla giornata hanno partecipato più di 30 ragazze e ragazzi delle classi quarte. La scuola, dopo un biennio comune a tutti gli indirizzi, propone ai suoi studenti tante specializzazioni diverse, tra cui “Chimica, Materiali e Biotecnologie” dove si studiano le analisi strumentali chimico-biologiche e i processi produttivi. Un indirizzo certamente vicino alla vocazione del territorio sul quale la scuola insiste, dove fioriscono attività imprenditoriali commerciali, industriali e di servizi. "Durante l’incontro a cui ho partecipato nello stabilimento di J&J, grazie alle testimonianze che ho sentito, mi sono reso conto ancora di più di come la tecnologia e l’innovazione applicate al modo medico siano così importanti per la salute. Infatti, grazie al tour virtuale, ho visto come la produzione di una grande azienda farmaceutica sia affidata a linee completamente robotizzate, ma anche come la professionalità e le competenze del personale che ci lavora facciano la differenza per produrre un farmaco che rispetti gli standard più elevati e sia al servizio del malato", racconta Lorenzo.
"Credo che la tecnologia e l’innovazione siano molto importanti per la salute per due motivi: il primo è legato all’ambito della ricerca farmaceutica, ovvero la produzione e la ricerca di farmaci sempre più efficaci, mentre il secondo motivo riguarda la tecnologia che può essere sfruttata per produrre dei farmaci in tempi sempre minori. Dopo l’incontro nello stabilimento di J&J mi sono reso conto di come questa azienda sia già proiettata verso il futuro e di come sia attenta verso il malato che mette al centro di tutto il percorso", spiega Francesco.
Antonio Ricci è QC Manager di Johnson & Johnson Innovative Medicine Italia. "Nel presentare chi siamo e che cosa fa Johnson & Johnson, abbiamo deciso di usare il “life model”: coinvolgere gli studenti sul processo produttivo con un approccio interattivo, metterli in contatto con i nostri esperti. Da una parte, i colleghi hanno illustrato la produzione dei farmaci, dall’altra, abbiamo dato spazio a sketch interattivi, momenti domanda e risposta, rappresentazione di esperimenti concreti. Un esempio: abbiamo mostrato come dalla sabbia magica, attraverso un punzone, venga fuori una compressa. Abbiamo dedicato molto spazio anche alla componente “culturale”, parlando delle competenze importanti per il nostro lavoro, dei talenti che cerchiamo, dell’aspetto legato alla ricerca. Nel corso della mattinata, in tanti momenti, c’è stata anche l’occasione di parlare dei valori di J&J che guidano il nostro lavoro ogni giorno, a partire dall’attenzione verso i nostri pazienti. Gli studenti sono stati entusiasti, hanno dato feedback positivi anche rispetto a tutti i momenti di interazione diretta, rispondendo correttamente alle domande poste in una sorta di “test” finale, dimostrando così grande attenzione e partecipazione. Al termine della mattinata abbiamo pranzato insieme, proseguendo la discussione", racconta Ricci.
Come si costruisce una carriera nel mondo della salute? "È importante bilanciare le competenze acquisite nel corso degli studi con quelle trasversali. Personalmente ritengo fondamentale valorizzare le cosiddette soft skills e i propri interessi: sono un appassionato di intelligenza artificiale e di tecnologia, mi interessa anche la finanza, questo mi ha molto aiutato nel mio lavoro", risponde Antonio Ricci. "Per la vita lavorativa sono importanti anche le soft skills. Un esempio è l’abilità di parlare pubblicamente. Per questo abbiamo chiesto ai ragazzi di condividere con la platea quali sono le loro aspirazioni di carriera e di vita. La preparazione del talento deve avvenire a 360° in vista del futuro. Parlando del mio percorso, ho introdotto l’opportunità di entrare nel mondo J&J tramite il programma triennale Gold. Questo programma consente a giovani di talento di lavorare in settori differenti del gruppo e in varie sedi J&J nel mondo. Questa iniziativa è dedicata a giovani che hanno particolari requisiti, tra cui la padronanza delle lingue, e riguardano in particolare i profili di ingegneria, chimica e data analysis".
Infine Antonio Ricci ci ha raccontato anche il suo percorso professionale: "Oggi ricopro il ruolo di Quality Control manager e sono responsabile di due laboratori e di un gruppo che guida l’innovazione tecnologica. Quest’anno ho anche l’opportunità di essere il Cultural Champion del sito e coordino gli eventi culturali del sito di Latina, in particolare lavorando con i rappresentanti di ogni reparto coinvolti nei vari appuntamenti. Questo gruppo di persone rappresenta il “Cultural team” ed è costituito da più di cento persone, chiamate in causa di volta in volta. La mia storia comprende una laurea in chimica all’Università di Bari fino al lavoro in Ricerca & Sviluppo all’estero, per poi approdare nei laboratori di J&J. Nella mia carriera, ad esempio, è stata fondamentale la formazione in statistica e in chimica analitica strumentale. Sono entrato in J&J come tecnico di laboratorio e nel corso della mia carriera ho ricoperto ruoli a responsabilità crescente fino a ricoprire la posizione di Quality Control manager. In ognuna delle mie tappe lavorative ho maturato competenze: la Good Manufacturing Practices, la parte di gestione delle persone e la leadership, l’aspetto finanziario oltre che tecnico, la digitalizzazione e l’evoluzione tecnologica nella produzione del farmaco".