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Una governance globale per l’intelligenza artificiale

Seydina Moussa Ndiay a RomeCup 2025

Una governance globale per l’intelligenza artificiale

Una governance globale per l’intelligenza artificiale

Seydina Moussa Ndiay a RomeCup 2025: “L’IA deve servire tutta l’umanità, non lasciare indietro nessuno”

Ospite internazionale della RomeCup 2025, Seydina Moussa Ndiaye, rappresentante africano nel gruppo consultivo Onu sull’IA, ha condiviso i risultati del rapporto “Governing AI for Humanity”. Un appello forte a costruire una governance globale, equa e inclusiva, che combini diritti umani, cooperazione e pragmatismo. “Oggi abbiamo bisogno di un nuovo contratto sociale", ha dichiarato, "perché l’intelligenza artificiale sia uno strumento di benessere collettivo e non una fonte di nuove disuguaglianze”.

Mettiamo a disposizione delle scuole questi contenuti per continuare a ragionare insieme sull’evoluzione del rapporto tra esseri umani e tecnologie intelligenti.

Guarda il video dell’intervento

Grazie alla Fondazione Mondo Digitale per l’invito e all’Università per l’ospitalità. È un grande onore essere qui a Roma, città il cui patrimonio culturale e intellettuale continua a ispirare l’intera umanità. 
Siamo riuniti per la 18ª edizione della RomeCup, in un momento cruciale della nostra storia tecnologica, per porci una domanda fondamentale: qual è il prossimo passo?
L’intelligenza artificiale e le tecnologie emergenti stanno ridefinendo le nostre società. Di fronte a questo cambiamento, abbiamo la responsabilità collettiva di garantire che il progresso sia guidato da principi etici, inclusivi e sostenibili. La RomeCup è più di un semplice evento: è un appello all’azione rivolto a giovani, ricercatori, educatori e decisori per costruire insieme un futuro digitale che non lasci indietro nessuno.
In questo spirito di collaborazione, voglio condividere con voi il lavoro dell’organo consultivo di alto livello sull’IA delle Nazioni Unite, di cui ho l’onore di far parte. Il gruppo è stato istituito per riflettere su una governance globale dell’IA basata sui diritti umani, l’inclusione e la cooperazione internazionale.
Le nostre raccomandazioni, pubblicate a settembre 2024 nel rapporto “Governing AI for Humanity”, puntano a colmare le attuali lacune e proporre soluzioni concrete affinché l’IA diventi una leva di progresso condiviso. Il gruppo, composto da 39 esperti provenienti da 33 Paesi e con parità di genere (20 donne e 19 uomini), è stato selezionato tra oltre 1800 candidature. La sua natura multiparte, interdisciplinare e diversificata ha garantito prospettive uniche.
Tra il 2023 e il 2024 abbiamo consultato oltre 350 esperti, ricevuto più di 250 contributi scritti da 150 organizzazioni e oltre 100 individui, e condotto 18 analisi settoriali approfondite. Nonostante le risorse limitate, abbiamo cercato di includere il più possibile anche i Paesi africani, asiatici, latinoamericani e caraibici, tradizionalmente esclusi dai grandi processi decisionali.
Le iniziative internazionali oggi esistenti coinvolgono solo 7 Paesi in modo continuativo, mentre 118 restano esclusi. Per questo abbiamo adottato un approccio realmente globale, cercando di creare un modello di governance equa, efficace ed efficiente.

Una governance inclusiva implica un nuovo contratto sociale che assicuri una giusta distribuzione dei benefici e delle responsabilità, rispettando i diritti umani, valorizzando l’autonomia delle comunità e promuovendo l’accesso alle opportunità offerte dall’IA.
Serve un approccio olistico e transfrontaliero: l’IA è una tecnologia a uso generale, duale (civile e militare), a rapida evoluzione e spesso imprevedibile. Per rispondere a queste sfide servono coordinamento tra agenzie ONU e stakeholder pubblici e privati, nonché interoperabilità tra i quadri normativi.

Tra le sette raccomandazioni chiave, proponiamo:

  • la creazione di un gruppo scientifico internazionale multidisciplinare, con rapporti annuali e sintesi trimestrali sugli impatti dell’IA rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile;
  • una piattaforma politica globale, che favorisca la trasparenza, il dialogo tra Nord e Sud globale e la condivisione di buone pratiche;
  • la creazione di un fondo mondiale per l’IA, per sostenere l’adozione etica e inclusiva dell’intelligenza artificiale nei Paesi meno avanzati.

Oggi, di fronte alle sfide etiche della nostra condizione “tecno-umana”, è evidente che non basta una buona governance: serve anche la partecipazione attiva delle giovani generazioni. Avanziamo insieme con un impegno comune per la dignità, l’inclusione e l’innovazione, affinché l’intelligenza artificiale rafforzi il benessere collettivo e non lasci nessuno indietro.

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