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La formazione che ti cambia la vita

Antonella Brogi

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Le competenze per ripartire con Linkedin: incontro con Antonella Brogi

LinkedIn Top Voices Lavoro, Senior Trainer esperienziale | Executive Coach PCC ICF | Aula e Online| stanatrice di conflitti sommersi | giardiniera di feedback e assertività | facilitatrice di azioni di cambiamento. Questa la descrizione professionale condivisa sul profilo LinkedIn da Antonella Brogi, la prossima protagonista della sessione formativa "Le competenze per ripartire", in programma giovedì 15 settembre alle 17.

Chi è Antonella oltre la professione? Abbiamo chiesto a "La Brogi", si fa chiamare anche così,  come è arrivata ad essere la persona che è oggi. Cosa la motiva e la ispira ogni giorno?

“La comunicazione è sempre stato il fil rouge della mia carriera. Dopo la laurea in Scienze della comunicazione ho iniziato a collaborare per un’associazione a tutela dei consumatori, prevalentemente bambini. Lavoravo a stretto contatto anche con le istituzioni, penso ad esempio alla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. Da qui il salto: ho iniziato a lavorare come account manager per un’agenzia che si occupava di branding per le aziende. Ovviamente dandomi l’opportunità di comprendere quanto fosse importante anche il personal branding per il proprio business. Questa è stata un’esperienza che mi ha permesso di acquisire un nuovo pacchetto di competenze. Non era il lavoro della mia vita, ma è stato un tassello fondamentale nel cammino verso la mia professione attuale”.

Come hai capito che fare l’account manager non era la strada giusta per te?

Nessuno mi aveva formato a vendere, e a 33 anni un evento, quelli che la vita a una certo punto non manca di fornire, mi ha aperto gli occhi su quello che stavo facendo e se stavo impiegando il tempo a disposizione in modo giusto. Ho partecipato alla prima edizione di International Academy on Leadership and Teamwork, un corso di formazione esperienziale in cui da partecipante ho colto il senso di possibilità che dà la formazione, verso la consapevolezza e il cambiamento.

Cosa si intende per formazione esperienziale?

La formazione esperienziale è una metodologia di insegnamento e apprendimento. Tradizionalmente, anche a scuola, la metodologia usata è quella del “travaso”. Il professore conduce una lezione di tipo frontale e, solo in seguito al “travaso” di nozioni, lo studente sperimenta quanto ha appreso. La formazione esperienziale si muove invece partendo da un punto opposto. Si fa un’esperienza prima, e dopo la si analizza. Si inizia con attività di team building, team working, esperienze outdoor. Si ragiona quindi su cosa ha funzionato e cosa no, cosa poteva fare diversamente e si individuano nuove strategie di comportamento utili nell’attività che segue, e poi nel proprio contesto professionali. Insomma è un processo di destrutturazione e ristrutturazione, in cui l’esperienza non è il fulcro, ma il mezzo per osservare e capire. Il de-briefing è centrale e il modo di condurlo porta ai risultati di consapevolezza e cambiamento”.

Una volta scoperta questa passione, come l’hai coltivata?

“Sono tornata in agenzia e mi sono licenziata. Una serie di circostanze e opportunità mi hanno quindi permesso di mettere da parte quello che mi serviva per investire seriamente nella mia formazione. Ho aperto la partita iva nel 2012 e quelli che poi sono diventati i miei mentori hanno individuato in me competenze e attitudini che ben combaciavano con questo tipo di professione, e mi hanno letteralmente presa con sé”.

Quanto sono importanti leadership e mentorship nel cammino professionale di ciascuno di noi? 

All’inizio ho avuto quattro mentor. Due uomini e due donne, ciascuno con un suo specifico stile di leadership. Mi hanno portata con loro, mi hanno mostrato il lavoro, hanno condiviso i materiali, mi hanno portato dai clienti, mi hanno preparata ad affrontare il mercato e poi mi sono “sganciata”. Ho intuito che dovevo tagliare il cordone e dopo quattro anni ho fatto il salto da sola con un senso di gratitudine immenso. Quando possibile collaboriamo ancora insieme per la fiducia generata. Ho apprezzato molto di loro, soprattutto la capacità di stare sempre un passo indietro, di non voler essere per forza protagonisti a tutti i costi, ma, al contrario, di desiderare vedermi spiccare il volo, camminare sulle mie gambe”.

Hai mai avuto dei ripensamenti?

“No, dal giorno in cui ho lasciato il mio lavoro come account manager, ho portato tutto con me, guardando indietro ogni singola attività svolta posso dire che è stata utile nel lavoro che svolgo oggi e per cui sono molto grata”.

Una delle più importanti intuizioni della tua carriera?

“Quella di aver colto l’utilità del content marketing nei processi di personal branding. Combinati all’utilizzo professionale di LinkedIn sono fondamentali per la mia professione.

All’inizio della mia carriera, alcuni clienti arrivavano da Twitter, o grazie al mio sito internet costruito da autodidatta nel 2012, quando ancora i miei colleghi non avevano un sito. Poi sono sbarcata su Linkedin, ho scoperto LinkedIn Top Voices, ho capito l’impatto che avrebbe potuto avere nel mio lavoro e a settembre 2020 ho deciso di impegnarmi per diventare anche io Top Voices.  Questo mi ha dato molta credibilità e visibilità (con la possibilità di raggiungere nuovi prospect). Con l’aiuto di Valerio Maria Murgolo, mi sono lanciata in una riflessione approfondita su quale valore aggiunto desideravo trasmettere ai miei lettori. Tutto quello che scrivo, da allora, lo faccio con questo pensiero in mente. A che fine scrivo? Cosa voglio comunicare e soprattutto, come voglio farlo? Credo che la chiave giusta sia parlare con e per le persone e non alle persone. Cambi prospettiva, diventi mezzo utile, strumento, non guru. Raccontare di sé, di cosa si è e di cosa si fa in modo coerente, autentico. È questo che fa avvicinare le persone a te, anche se siete divisi da uno schermo e a chilometri di distanza. È anche così che ho conosciuto il mio socio, Enzo Passaro, con cui ho dato vita a Speaker Social Club”.

Cosa dire a chi vuole riqualificarsi o si avvicina per la prima volta al mondo del lavoro?

“La prima cosa è avere le idee chiare su se stessi, su quali sono le proprie competenze tecniche, trasversali e trasferibili. Io ad esempio ho appreso alcune tecniche di comunicazione esterna/interna, di gestione del cliente e di organizzazione del lavoro quando lavoravo come cameriera. Poi bisogna chiedersi qual è il proprio obiettivo e come fare a raggiungerlo, facendo un piano di azione dettagliato, specifico o resteremo sempre appesi alla domanda “sì, ma come fare? Il come va definito in modo coerente a noi stessi, il piano di azione è uno strumento determinante per iniziare a fare”.

Una frase a cui pensi quando sei in difficoltà?

“Il mio “mantra”, le parole che mi ripeto quando penso a quello che mi separa dal raggiungimento dei miei obiettivi, è: ce la faccio, ce la farò”.

 

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