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La politica della sicurezza

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Foto di Cliff Hang da Pixabay

La politica della sicurezza

La politica della sicurezza

In dialogo con il consulente Marco Montironi, esperto nella protezione dei dati

Proseguiamo la nostra conversazione, a cura di Annaleda Mazzucato, con Marco Montironi, esperto nella protezione dei dati, che ci aiuta capire meglio il tema della sicurezza informatica, gli sviluppi futuri e le tecnologie che giocheranno un ruolo strategico.

Come si colloca la ricerca e la politica sulla sicurezza informatica in Europa rispetto a quanto viene fatto nel resto del mondo?

Dal punto di vista tecnologico, l’Europa è sempre stata significativamente dietro ai colossi americani, e le poche altre realtà che si sono affermate sul mercato della sicurezza informatica provengono per lo più dall’Asia; recuperare questo gap è estremanente difficile. Un po’ meglio è la situazione della ricerca e delle competenze, che non mancano, ma che se non sempre sono valorizzate e riescono a dare vita ad attori europei competitivi a livello mondiale. Un esempio virtuoso ritengo sia quello del progetto Trust aWare, finanziato dall’UE e a cui partecipa anche Fondazione Mondo Digitale, per cui ho avuto l’opportunità di provare il prototipo di alcuni strumenti e per i quali ho trovato un potenziale interessante.

Invece, dove l’Europa è leader mondiale è dal punto di vista normativo. Gli ultimi anni hanno visto l’entrata in vigore dei primi regolamenti, e con altri che seguiranno a breve, costituiranno un pacchetto omogeneo di norme di regolamentazione delle tecnologie digitali e dei dati. La cosa importante è che il principio trainante di queste norme è che qualsiasi strumento o servizio che sia disponibile in Europa, quindi anche quelli gestiti da attori sia pubblici che privati extra-europei, debba in primis garantire la tutela dei diritti e delle libertà riconosciute agli individui dal sistema giuridico dell’UE; e che in secondo luogo sia garantita la sicurezza (intesa in senso ampio) dei servizi essenziali, sia digitali che non. Queste norme stanno facendo scuola, nel senso che molti altri paesi, tra cui persino la Cina, si stanno adeguando con normative simili.

Ricordiamo che sul tema della sicurezza informatica siamo impegnati con due progetti, Trust aWare con un consorzio europeo e Ambizione Italia per la cybersecurity con Microsoft.

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