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Robot più vicini alle persone

Alla RomeCup 2025 l’intervento di Ennio Chiatante su intelligenza artificiale, automazione e interazione uomo-macchina

Robot più vicini alle persone

Robot più vicini alle persone

Alla RomeCup 2025 l’intervento di Ennio Chiatante su intelligenza artificiale, automazione e interazione uomo-macchina

Con la condivisione dell’intervento di Ennio Chiatante, delegato per l’Europa dell’International Federation of Robotics, proseguiamo la serie di approfondimenti dedicati alla RomeCup 2025 (7-9 maggio). Nel suo contributo al convegno inaugurale presso l’Università Roma Tre, Chiatante ha illustrato le due grandi direttrici dell’innovazione robotica: da un lato, la capacità di operare in ambienti sempre più complessi e meno strutturati; dall’altro, la possibilità di rendere la tecnologia più intuitiva e accessibile, avvicinando la macchina all’uomo.

Mettiamo a disposizione delle scuole questi contenuti per continuare a ragionare insieme sull’evoluzione del rapporto tra esseri umani e tecnologie intelligenti.

Guarda il video dell’intervento


Scopri i passaggi chiave e approfondisci i temi emersi dalla RomeCup 2025

 

Grazie, buongiorno a tutti.
Allora, l’applicazione dell’intelligenza artificiale nel campo della robotica, o più in generale nell’automazione industriale, ha alla base due principali settori di applicazione. Il primo è permettere alle macchine, ai robot, di adattarsi e operare in ambienti meno strutturati rispetto a quelli classici dell’automazione.
Il secondo è quello di avvicinarsi sempre di più all’uomo, nel senso che non è più l’uomo a dover capire come funziona una macchina o come si programma un robot, ma è la macchina, grazie all’intelligenza artificiale, che riesce ad avvicinarsi al modo in cui l’essere umano agisce, in modo più intuitivo.

Questi, secondo me, sono i due principi fondamentali dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella robotica: da un lato, l’adattamento a contesti complessi e meno strutturati; dall’altro, la capacità della macchina di interpretare il comportamento umano per essere programmata più facilmente.
Questo rende possibile l’utilizzo della robotica anche da parte di persone che non necessariamente hanno studiato programmazione. Per noi, questo è uno degli elementi fondamentali dell'impiego dell’intelligenza artificiale nel mondo della robotica e, più in generale, nell’automazione industriale.

Moderatore: Le voglio fare una domanda, prima di passare al secondo relatore. Storicamente abbiamo cercato di costruire robot a nostra immagine e somiglianza, e lo stesso sta accadendo con l’intelligenza artificiale, emulando il funzionamento del cervello umano. In questo “imitation game” che portiamo avanti da tempo, perché abbiamo sentito il bisogno di farli come noi? Non tutti, ovviamente...

Risposta: Direi che l’essere umano è, se mi permettete, la “macchina” più versatile che conosciamo. La sua capacità di adattarsi, di affrontare problematiche nuove, lo rende il sistema più efficiente e adattabile.
È quindi naturale che lo sviluppo della robotica si sia ispirato a questo modello. Alcune soluzioni, in realtà, si ispirano anche al mondo animale, non solo a quello umano.

Moderatore: Di pochi giorni fa è la notizia di un ospedale in Cina quasi interamente robotizzato, con medici e infermieri robot. Sono notizie che girano sui social e hanno poco fondamento, o siamo davvero all’inizio di qualcosa di nuovo?

Risposta: Sicuramente ci sono molte ricerche in corso per sviluppare robot umanoidi. Ma credo che siamo ancora piuttosto lontani da un risultato concreto e soprattutto efficiente.
Non credo che realizzare robot umanoidi sia il modo migliore per affrontare alcune delle sfide che vogliamo risolvere. L’umano – e quindi l’umanoide – è un oggetto estremamente complesso, e questa complessità non sempre è la soluzione migliore. Oggi, i robot più efficienti non sono affatto quelli umanoidi. Pensiamo, ad esempio, a una macchina: è ancora, per fortuna, molto più complessa di ciò che i robot possono fare in questo momento.

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