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Dai paradossi della statistica al metaverso

Coding Girls

Dai paradossi della statistica al metaverso

Dai paradossi della statistica al metaverso

Coding Girls: cinque hackathon in contemporanea all’Università di Palermo

In dieci anni di storia di Coding Girls è la prima volta che succede. L’entusiasmo travolgente di un Ateneo sfida le leggi ragionevoli di un’organizzazione e chiede di realizzare in contemporanea cinque hackathon in cinque dipartimenti (Fisica, Chimica, Ingegneria, Statistica e Informatica). Succede domani nell’Università degli Studi di Palermo, con più di due secoli di storia e oltre 40mila iscritti. L’iniziativa, dal titolo Steam che passione, è stata fortemente voluta da Beatrice Pasciuta, prorettrice all’Inclusione, Pari opportunità e Politiche di genere, mentre ad accettare la sfida è stata Cecilia Stajano, responsabile delle comunità per la Fondazione Mondo Digitale, che ha la passione per la tessitura di reti e relazioni attraverso l’Italia, dalle grandi metropoli ai piccoli borghi nelle aree interne. Infatti con gli hackathon della decima edizione di Coding Girls in realtà si parte oggi, a Cagliari, poi domani l’appuntamento di Palermo. Ma le sfide non finiscono e proseguono tra Sud e Nord: l’8 maggio a Caserta, il 10 a Salerno, il 15 a Gorizia, 16 e 17 a Torino, il 20 a Roma, il 21 a Milano e il 24 a Termoli. E poi ancora in autunno. 

Ma torniamo a Palermo dove fervono i preparativi per domani, in attesa dell’invasione dello storico ateneo da parte di oltre 140 studenti delle scuole superiori della città e della provincia. Ragazze e ragazzi frequentano diversi indirizzi, soprattutto classico e scientifico, delle seguenti scuole

In questi mesi gli studenti sono stati formati da 40 tutor e domani si cimentano nel lavoro collaborativo in cinque diverse sfide

  • Coding con Arduino e Python
  • Metaverso per la chimica 
  • I paradossi in statistica
  • Comunicazioni sicure 
  • Sviluppiamo un’app con code.org

Come vivono scuole e università questa inedita avventura? Cecilia Stajano ha raccolto alcune testimonianze. Oggi condividiamo le prime voci dell’ateneo, domani i docenti delle scuole.

 

Insegno da più di dieci anni programmazione agli studenti di fisica di primo anno. In aula Informatica vedo arrivare giovani studentesse che, più dei loro colleghi maschi, sono intimorite da questo “pezzo di ferro”. Spesso poi succede che molte di loro si appassionano e diventano, come spesso accade anche in altri campi, più forti dei loro colleghi maschi: delle vere Coding Girls e poi Coding Women. Altre studentesse questo timore reverenziale nei confronti del pezzo di ferro se lo portano dietro a lungo. Evidentemente in tutto ciò non c’è nulla di male… anche molti studenti maschi non sono “portati” per la programmazione: esistono intelligenze di tipo diverso ed egualmente utili per fare il mestiere del fisico!! Ma quello su cui dobbiamo sforzarci di lavorare tutti assieme è cercare di far sì che anche le studentesse possano decidere con consapevolezza di fare altro rispetto alla programmazione, o alle Steam, piuttosto che aprioristicamente pensare che questo sia un lavoro da maschi. Tutti possiamo fare quello che ci piace!
Salvatore Miccichè, professore ordinario 

Esperienza sorprendente. Il metaverso per la chimica ha incuriosito ed entusiasmato prima di tutto noi, che l'abbiamo progettata e, nonostante sia stato faticosissimo, abbiamo fatto di tutto per condividerla con docenti e studentesse e studenti. L'entusiasmo dei ragazzi ci ha pienamente ripagati dello sforzo.   
Antonella Maggio, professoressa associata

La scienza è uno dei miei modi preferiti per guardare al mondo, e sono molto fortunato ad averne fatto il mio lavoro. Tramite essa possiamo apprezzare ancor di più la bellezza di ciò che ci circonda e la libertà che la conoscenza ci garantisce. Cerco di portare questa visione a tutte le studentesse e gli studenti che incontro: nei corsi che tengo all’università, nelle attività che conduco con scuole o nei libri che scrivo. Ogni volta che una comunità non riesce a essere aperta e inclusiva essa non solo commette una ingiustizia verso chi esclude ma al tempo stesso si impoverisce e si danneggia. Questo è certamente il caso della sotto rappresentazione delle donne nelle discipline Stem. Per fortuna, le tecnologie digitali possono essere una importante leva per cambiare tutto questo. L’occasione creata da Fondazione Mondo Digitale e Coding Girls era quindi troppo ghiotta per non coglierla! 
La mia valutazione di Coding Girls è molto positiva. Ritengo che la pensino allo stesso modo anche le studentesse, gli studenti e i docenti con i quali abbiamo fatto questa esperienza nelle scuole e anche i tutor che hanno contribuito così tanto e così bene alla sua riuscita. Credo che tutti abbiamo imparato molto e sono convinto che non rimarrà una esperienza isolata ma sarà invece una scintilla capace di accendere molti altri fuochi nelle menti e nei cuori di tutti noi. 
Renato Lombardo, ricercatore, mentore per la didattica

Coding Girls mostra ai ragazzi il lato affascinante e divertente delle discipline scientifiche, che vengono spesso percepite come aride e complesse. L'interazione con i formatori, studenti poco più grandi di loro, abbatte le barriere e contribuisce a instaurare un'atmosfera distesa e piacevole che favorisce l'apprendimento. Contestualmente, i formatori hanno l'opportunità di dare voce alla propria passione, mettendosi in gioco in veste di 'insegnanti', con l'obbiettivo di motivare e coinvolgere gli studenti nello studio della propria disciplina. Penso che il merito principale di Coding Girls sia quello di regalare nuove prospettive a tutti gli attori coinvolti, realizzando piccoli cambiamenti le cui ripercussioni sono tutte da scoprire. 
Chiara Di Maria, ricercatrice 

Da sempre appassionata di logica e Stem, da piccola amavo risolvere rompicapi come il cubo di Rubik. Penso che l'informatica sia un bene universale, da cui ormai nessuno può prescindere. È giusto che sia alla portata di tutti e che i suoi fondamenti vengano insegnati sin dall’infanzia... e così cerco di diffonderne semplicità, bellezza e creatività. 
Sono da sempre sensibile all’enorme disparità di genere presente nell’ambito delle discipline scientifiche e tecnologiche e ritengo che la mancanza di pluralità in tale settore porti inevitabilmente ad un impoverimento culturale globale. 
Il progetto Coding Girls è mirato proprio a ridurre tale gender gap attraverso un approccio creativo e collaborativo all’informatica. L’esperienza è stata molto positiva sia per me che per la studentessa e gli studenti universitari che ho guidato. Erano tutti al primo incarico di peer-tutor ed hanno trovato tale ruolo fortemente trainante e coinvolgente. Il percorso proposto, “Sviluppiamo una app su code.org”, ha suscitato curiosità ed entusiasmo e grazie alla sua semplice interfaccia visuale ed alla sua flessibilità ha stimolato ampia originalità e creatività nei progetti sviluppati, riuscendo a coinvolgere ed appassionare fortemente sia le studentesse che gli studenti durante gli allenamenti di coding nelle scuole. 
Manuela Flores, ricercatrice 

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