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Pagine dal Mozambico 4

Il racconto di Elisabetta e Ilaria in missione a Maputo

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Il racconto di Elisabetta e Ilaria in missione a Maputo

Dal 19 al 24 maggio, la project manager Ilaria Graziano e la project officer Elisabetta Gramatica sono a Maputo per partecipare al seminario finale del progetto Coding Girls in Mozambico e per incontrare partner, istituzioni e giovani protagonisti dei tre progetti attivi sul territorio: Coding Girls in Mozambico, Digital Embrace e ICT Employment Generation.  Una missione strategica che serve a rafforzare legami, condividere risultati e guardare al futuro della cooperazione educativa e digitale. Abbiamo chiesto a Elisabetta e Ilaria di condividere la loro esperienza giorno per giorno. Ecco la quarta "pagina" del loro diario di viaggio [leggi anche le altre pagina: prima, seconda, terza].
 

Giorno 5, 23 maggio
Dopo due giorni intensi di incontri e attività, questa mattina ci siamo svegliate con più calma e ci siamo dirette verso il campus universitario per la visita all’incubatore del Centro Informatico dell’Università Eduardo Mondlane del Mozambico (Ciuem). Durante l’incontro, Leila, che fino a qualche giorno fa avevamo solo visto nei tre anni di progetto in call, ci ha raccontato dettagliatamente il lavoro minuzioso ed estremamente prezioso che stanno svolgendo presso l’incubatore universitario.

Abbiamo poi avuto l’opportunità di confrontarci con altre startup che ci hanno condiviso brevemente le loro idee progettuali e, infine, abbiamo fatto visita al centro informatico, dove il dott. Antònio Morais, anche lui conosciuto negli scorsi anni durante alcune sessioni online, stava proponendo agli studenti un’esercitazione molto interessante: la simulazione di un “attacco hacker” in cui grazie a un malware gli studenti potevano accedere alle loro valutazioni e giudizi e modificarli.

Tappa fissa alla Feima, ormai uno dei nostri luoghi preferiti per qualche acquisto e per il pranzo e, successivamente, siamo stati accompagnati da Alberto, cooperante del Cies, alla Cattedrale di Maputo, per l’inizio del “Maputo Walking tour”, un’immersione di circa tre ore, a piedi, nella capitale del Mozambico, guidati da Milton, la nostra guida.

Siamo partiti dalla Cattedrale di Maputo, uno dei principali luoghi di culto cattolico della città. Milton, all’interno della cattedrale, ci ha raccontato che prima dell’arrivo dei portoghesi, la popolazione del Mozambico credeva prima di tutto nei propri avi e aveva una propria cultura. Oggi “si mischia tutto”, usi, costumi e religioni: “We don’t have crush of belief, we respect each other”, ci ha condiviso Milton, prima di proseguire con il racconto: “Quando il Mozambico ottenne l’indipendenza, si cercò di eliminare tutto quello che c’era di portoghese: statue, simboli, nomi di vie e monumenti. Il 90% dei portoghesi se ne andarono, alcuni in Sud Africa, altri in Portogallo; i restanti diventarono cittadini mozambicani. Mia Couto ne è un esempio: uno dei più celebri scrittori del Mozambico, di origine portoghese ma profondamente radicato nella cultura locale”. 

Successivamente, Milton ci ha condotto verso il Centro Culturale Franco-Mozambicano, uno degli spazi culturali più dinamici di Maputo. Situato in un edificio coloniale, ospita mostre d’arte, concerti, proiezioni cinematografiche e laboratori. È un ponte tra la cultura francese e mozambicana, e un punto di riferimento per gli artisti locali.
È stata poi la volta del Mercado Municipal, uno dei mercati più antichi e autentici di Maputo. Costruito nel 1901, conserva ancora oggi la sua architettura coloniale. Qui si respira la vita quotidiana della città: bancarelle di frutta, spezie, artigianato e abiti colorati, un vero tuffo nei sapori e colori del Mozambico.
Dopo aver imboccato strade locali tipiche, con venditori da ogni parte, abbiamo visitato la Fortezza di Maputo, chiamata dai mozambicani “Fortaleza da Nossa Senhora da Conceição”. Si tratta di un edificio storico costruito nel XVIII secolo dai portoghesi per proteggere la baia. Oggi ospita un museo che racconta la storia coloniale del Paese, con reperti, cannoni e una vista suggestiva sulla città.

Come abbiamo concluso la nostra ultima sera a Maputo? Con un aperitivo insieme a Roberta, program manager del Cies, partner e amica, al Mundos, un locale molto frequentato soprattutto nei fine settimana. Con il rumore della città in sottofondo, tipica di un venerdì sera, e la consapevolezza delle tante cose vissute in così pochi giorni, abbiamo salutato Roberta già con un po’ di malinconia, ma con un grande senso di gratitudine. 

Domani si riparte: inizia il lungo viaggio di ritorno verso l’Italia, portando con noi tutto ciò che abbiamo vissuto con il desiderio di farne tesoro, trasformando le emozioni provate e gli incontri vissuti in nuove opportunità di lavoro e scambio.

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